Primo studio sulla città

un progetto di

Chiara Lombardo e Giulia Menegatti

lunedì 14 marzo 2011

Intro alle nuove tavole scritte. Rileggere le mappe significa crearne altre, inedite.

Torino risplende di luce rosa. È un quadrato incastrato tra montagna e collina, tra discarica e fabbriche, tra eventi mondani e strade di desolazione. Gli alberi a Torino sfiorano nuvole sacre che si formano sulle cupole di grandi chiese; i rami sono dita di streghe in inverno e smeraldi in primavera. Dall'alto osservano il traffico, la gente che corre, cammina, passeggia sull'arteria di corso Massimo. Quelle auto e quegli alberi pare si parlino.

Torino è una città in discoteca. Torino alle sette di sera fa l'aperitivo e telefona a chi è rimasto in periferia; Torino è intasata dal traffico per scendere a bere qualcosa in Piazza Vittorio.
Piazza Vittorio è elegante ma nuda. Piazza senza statua, senza macchine, senza noi.
Non ha un monumento, è un monumento. Alle mansarde, ai fuochi di San Giovanni, al senso di vuoto che lascia con la neve sotto quell'immenso cartellone della pubblicità.

Torino ha ciò che tutte le città hanno: quartieri delimitati da pericolose linee di confine, alberi, macchine, pochi posteggi e tante, tante bancarelle. Torino è come tutte le altre città ma queste storie appartengono solo a lei.

A Torino, da quando sono grande, ci sono anche i gabbiani.

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